https://ilcastellodielsinore.it/index.php/Elsinore/issue/feedIl castello di Elsinore2023-01-05T13:59:02+00:00Redazione "Il castello di Elsinore"redazione@ilcastellodielsinore.itOpen Journal Systems<p>Il castello di Elsinore è una rivista semestrale di teatro profondamente radicata nell’Università italiana. Nata nel 1988 e curata dal DAMS (Dipartimento di Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo) dell’Università di Torino, la rivista raccoglieva nel suo comitato direttivo quasi la metà degli ordinari di Storia del teatro in Italia e illustri studiosi di università straniere. Dal 2008 è pubblicata dalle Edizioni di Pagina. La rivista è articolata in tre sezioni: la prima, intitolata <strong>Saggi</strong>, comprende rigorosi studi critici su personaggi e opere della storia del teatro e dello spettacolo; la seconda, <strong>Materiali</strong>, raccoglie e cura documenti, lettere e riflessioni di poetica; la terza, <strong>Libri</strong> (o Polemiche), recensisce e analizza gli avvenimenti più significativi della stagione teatrale italiana e straniera. I temi di cui la rivista si occupa sono svariati e attraversano l’intera storia del teatro europeo, dal teatro greco alla Commedia dell’Arte, dal teatro rinascimentale italiano al teatro nordico di Ibsen e Strindberg, dal simbolismo europeo a Pirandello.</p>https://ilcastellodielsinore.it/index.php/Elsinore/article/view/259Un Étourdi inglese di strepitoso successo2023-01-05T13:59:02+00:00Paolo Bertinettipaolo.bertinetti@unito.it<p>John Dryden, one of the greatest playwrights of the Restoration age, adapted the play by Molière <em>L’Étourdi ou les Contretemps</em> (which in turn was an adaptation of <em>L’inavertito</em> by Nicolò Barbieri), turning it into a highly farcical comedy, <em>Sir Martin Mar-all</em>, attuned to the flippant and saucy tastes and culture of the Restoration audience. Dryden’s play is hardly a masterpiece. But it is an amusing pochade that anticipates some of the features which later will be typical of the “comedy of manners”, the gem of the English theatre of the second half of the seventeenth century.</p>2023-01-05T00:00:00+00:00Copyright (c) 2023 Paolo Bertinettihttps://ilcastellodielsinore.it/index.php/Elsinore/article/view/260Un pantin merveilleux2023-01-05T13:59:01+00:00Caterina Piccionecaterina.piccione@hotmail.it<p>Il <em>Paradosso sull’attore </em>tratteggia l’arte teatrale come un esercizio di molteplicità: secondo Diderot, il grande attore dev’essere al contempo tutto e nulla. Con un approccio materialista, la recitazione viene descritta come un lavoro e un’esperienza concreta in cui l’attore deve trovare un equilibrio tra la grazia della marionetta e l’eccedenza dell’ideale. Privo di sensibilità, padrone di sé, critico e distaccato, questo attore è interamente teso a commuovere il pubblico. Infatti, la teoria di Diderot è innanzitutto attenta alla relazione con lo spettatore, non tanto in vista di un messaggio morale da veicolare, quanto di un’esperienza estetica da promuovere. In questo contesto, la dialettica tra misura ed eccedenza si rivela un’importante chiave di lettura della concezione diderotiana del teatro, che peraltro racchiude sorprendenti anticipazioni di istanze contemporanee.</p>2023-01-05T10:42:13+00:00Copyright (c) 2023 Caterina Piccionehttps://ilcastellodielsinore.it/index.php/Elsinore/article/view/261Calaf e Nadir dal Caspio all’India (1762-1867)2023-01-05T13:59:02+00:00Anna Laura Bellinaannalaura.bellina@unipd.it<p style="font-weight: 400;">L’articolo segue le avventure di Calaf e Nadir, protagonisti della «fiaba chinese teatrale tragicomica» di Carlo Gozzi (<em>Turandot</em>, Venezia, teatro San Samuele, 22 gennaio 1762) e dell’opera <em>Turanda</em> di Antonio Gazzoletti e Antonio Bazzini (Milano, teatro alla Scala, 13 gennaio 1867), passando per le traduzioni tedesche da Werthes (1777) a Schiller (<em>Turandot, Prinzessin von China, ein tragikomisches Märchen nach Gozzi</em>, 1802-1865).</p>2023-01-05T00:00:00+00:00Copyright (c) 2023 Anna Laura Bellinahttps://ilcastellodielsinore.it/index.php/Elsinore/article/view/262Declinazioni della presenza2023-01-05T13:59:01+00:00Matteo Boriassiboria@libero.it<p style="font-weight: 400;">Pier Paolo Pasolini teorizza come il cinema si configuri semiologicamente quale «Lingua scritta della realtà», ovvero, il film parla attraverso la «presenza» di ciò che costituisce la realtà stessa. Il concetto di presenza è una dimensione teorica di pertinenza del teatro, ambito dove se ne individuano gradazioni che culminano in quello che Erika Fischer-Lichte definisce «concetto radicale di presenza». Sul versante antropologico è invece Ernesto De Martino ad analizzare la presenza, individuandola quale modalità di essere nel mondo come soggetto produttore di cultura. Creando un cortocircuito tra queste declinazioni, il presente saggio tenta di scorgere come – in un momento di crisi come quello degli anni ’60 – personalità quali i protagonisti della ricerca teatrale e Pasolini abbiano puntato l'attenzione sulla presenza come strumento di conoscenza del reale: veicolo estetico attraverso cui resistere alla fine di un mondo i cui valori stanno mutando irrimediabilmente.</p>2023-01-05T10:43:37+00:00Copyright (c) 2023 Matteo Boriassihttps://ilcastellodielsinore.it/index.php/Elsinore/article/view/263Nel cantiere di Koltès2023-01-05T13:59:01+00:00Manlio Marinellimanlio.marinelli@libero.it<p>Dopo il precedente lavoro dedicato a <em>La notte poco prima della foresta,</em> l’autore torna a sondare i rapporti e le modalità con cui nell’opera di Koltès si intrecciano elementi biografici e scrittura teatrale. L’autore si serve dell’epistolario e delle interviste del drammaturgo francese per individuare le fonti biografiche di personaggi e luoghi della <em>pièce</em> <em>Combattimento di negro e cani:</em> attraverso un procedimento metaforico e allegorico, l’idea di metamorfosi diventa motore drammaturgico e cifra stilistica caratterizzante l’opera di Koltès.</p>2023-01-05T10:44:24+00:00Copyright (c) 2023 Manlio Marinellihttps://ilcastellodielsinore.it/index.php/Elsinore/article/view/264Dalla parte di Ismene: Pale Sister di Colm Tóibín (2019)2023-01-05T13:59:00+00:00Loredana Salislsalis@uniss.it<p style="font-weight: 400;"><em>Pale Sister</em> di Colm Tóibín (2019) è il titolo di una delle più recenti riletture di <em>Antigone</em> in chiave contemporanea da parte di uno scrittore irlandese. Incentrato sulla figura di Ismene, di cui Tóibín prende le difese, <em>Pale Sister</em> è un monologo teatrale in cui il buonsenso e la pacatezza di Ismene prevalgono sull’intransigenza di Antigone. Riflettendo su fatti di cronaca recenti e sul dilagare di una comunicazione sempre meno efficiente, questo primo esperimento teatrale di Tóibín propone un esempio di drammaturgia impegnata in cui evoluzione e movimento sono affidati alla pratica sapiente di un’articolata politica del silenzio. L’articolo approfondisce il rapporto tra silenzio, paura e memoria a partire dall’uso dei silenzi in <em>Pale Sister</em> selezionando tre brani, qui proposti in traduzione italiana.</p>2023-01-05T10:45:46+00:00Copyright (c) 2023 Loredana Salishttps://ilcastellodielsinore.it/index.php/Elsinore/article/view/265Franco Moretti, Il borghese. Avanzamenti lentissimi della critica ibseniana2023-01-05T13:59:00+00:00Roberto Alonger.alonge@unito.it2023-01-05T10:46:22+00:00Copyright (c) 2023 Roberto Alonge