N. 90 (2024)
Spettacoli

Il gioco del dio fanciullo. Destinazione non umana di Valentina Esposito. Una lettura del dramma attraverso la teoria filosofica di Eraclito, Nietzsche e Schiller

Gisella Rotiroti
Sapienza Università di Roma
Bio
Pubblicato giugno 7, 2024
Parole chiave
  • Eraclito,
  • Nietzsche,
  • Valentina Esposito,
  • Fort Apache Cinema Teatro
Come citare
Rotiroti, G. (2024). Il gioco del dio fanciullo. Destinazione non umana di Valentina Esposito. Una lettura del dramma attraverso la teoria filosofica di Eraclito, Nietzsche e Schiller. Il Castello Di Elsinore, (90), 119-125. https://doi.org/10.53235/2036-5624/119

Abstract

Come un filo rosso il tema del gioco attraversa lo spettacolo Destinazione non umana, incontrando diverse teorie e trattazioni filosofiche. La più antica riflessione sul gioco risale ad Eraclito per il quale “la vita è un fanciullo che gioca, che sposta i pezzi sulla scacchiera: reggimento di un fanciullo”. Nietzsche riprende la metafora del παῖς παίζων per descrivere l’operare dell’artista: in un mondo privo di morale l’artista crea e distrugge obbedendo ad una necessità interiore. Nina rappresenta entrambe le figure, il fanciullo di Eraclito e quello di Nietzsche: il dio del cosmo che sposta le tessere sulla scacchiera ed il dio artista che tesse i fili del racconto e crea la favola tragica dello spettacolo. Giocare a immaginare la vita permette di assumere una nuova identità e di creare nuove possibilità. I fragili cavallini giocattolo, nella realtà del mondo torturati da un dio che muove tutto per caso e per fortuna, grazie al sogno del teatro sono divenuti giocatori, attori, artisti.

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